criticare il femminismo: è colpa dei maschi.

rif. articolo: Natalia Ginzburg: perché voglio scrivere come un uomo (27esimaora) / di Valeria Palumbo

articolo incentrato su Natalia Ginzburg, scrittrice e politica, figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento.
…cosa può fare notizia?
bhe, alcune dichiarazioni vagamente esplosive, tipo:

  • Desideravo terribilmente scrivere come un uomo, avevo orrore che si capisse che ero una donna dalle cose che scrivevo
  • hanno un modo di fare così frivolo
  • quando scrivono, non riescono a liberarsi dei sentimenti
  • non sanno guardare a se stesse ed agli altri con ironia
  • Sono sempre umide di sentimenti
  • ignorano il distacco

booom

se questo fosse stato scritto, pensato e detto da un maschio, si sarebbe scatenata istantaneamente una sommossa inquisitoria e punitrice.
detto invece da una femmina… bhe… è colpa dei maschilisti e dei loro privilegi!!! tanto che lo dice la stessa Palumbo: “essere intellettuali donne non conceda la stessa varietà (e conflittualità) di posizioni che si ritiene ammissibile per gli intellettuali uomini
seeeeempre oppresse, le femmine. i maschi? seeeeeempre liberi. ma nell’opprimere le femmine.

finisce qui?
no.
…alla Palumbo parte la vena.
quanto detto dalla Ginzburg è un “giudizio severo ed ingiusto” (figurarsi), dettato anche dal “complesso rapporto che Natalia ebbe con le altre femmine” (poteva essere altrimenti?)

quando poi la Ginzburg spara un:

  • “Scrivere come un uomo vuoi dire scrivere col distacco, la freddezza di un uomo. Cosa di cui le donne sono raramente capaci. Il distacco dai sentimenti, soprattutto. Non significa scrivere fingendo d’essere un uomo. Una donna deve scrivere come una donna però con le qualità di un uomo”

alla Palumbo scappa la “gentile” controrisposta: “Un giudizio del genere farebbe pensare a una certa estraneità alla letteratura femminile, (…) Invece Natalia era coltissima e aggiornata

rosicamento nel non poter accusare di Mansplaining la Natalia Ginzburg… Valeria Palumbo colpisce con un “era coltissima e aggiornata“. una stupenda fucilata. è la classica “nota di complimento dispreggiativo”. modalità ben nota femminile, quando si deve apparire gentili e cortesi covando l’odio totale nell’animo—–. mai sentito un “ma certo cara, stai così bene con quei vestiti” ad un’altra femmina? ecco… stesso livello.

ma al di la di tutto… è sempre la solita tiritera.
se una femmina muove qualche critica al genere femminile stesso… bhe… c’è sicuramente “una causa” da ipotizzare. difatti Palumbo cita: “Sandra Petrignani avanza anche la sensata ipotesi che i suoi amici-colleghi, nell’insistere sulla non-femminilità della sua prosa, volessero proteggerla in un ambiente letterario ferocemente maschile e maschilista, e ancor più maschilista in quanto di sinistra

“una sensata ipotesi”
sensata…
da chi ha un unico mono-pensiero (“maschilismooooh!!!11!!!%£”) motivare poi con “sensato” lascia un attimino interdetti.
quando poi si giunge al “ambiente letterario ferocemente maschile e maschilista” bhe…

waaat

non è che -forse-per caso-sia mai-chissà- questi modi di fare frivoli, mancanza d’ironia, umidità di sentimenti, ignorare il distacco, notati dalla Ginzburg… siano un pochetto troppo una costante femminile???? non è che questo modo di essere e fare… sia la critica stessa mossa della Ginzburg?

…e invece no.

non esistono e non devono esistere femmine che criticano femmine e/o il femminismo.
sia mai.
è invece il solito mantra politico: colpa del maschilismo e dei maschi che opprimono le femmine. anche quando una Donna critica altre donne.

🙂

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